Il kefir di latte è il re dei prodotti lattiero caseari fermentati sebbene molto poco popolare rispetto allo yogurt.
Tale bevanda invece è stata consumata per centinaia di anni dalle comunità delle montagne caucasiche che ne tramandavano l’uso di generazione in generazione. Il nome kefir deriva dal turco keyif che significa “sentirsi bene”, proprio facendo riferimento al senso di benessere generato dal suo consumo.
Il kefir è un tipo di latte fermentato di natura acido-alcolica, che si presenta leggermente fizzante e differisce dagli altri latti fermentati perché viene prodotto a partire dai grani di Kefir che sono lo starter della fermentazione.
I grani di Kefir
Immagine di esperienza personale: grani di kefir dopo filtrazione
I grani di Kefir sono piccole palline di colore biancastro, dalla consistenza gelatinosa, elastica e irregolare (0,3-3,5 cm di diametro) che si aggregano con una forma simile ad un cavolfiore. Sono costituiti da una matrice di proteine e polisaccaridi (83% di acqua, 4-5% di proteine e 9-10% di un polisaccaride idrosolubile chiamato kefiran) che intrappola come in una sorta di condominio una comunità di differenti specie di microrganismi in sinergismo tra loro.
Ciascuna di queste specie partecipa alla fermentazione del latte e stabiliscono tra di loro un equilibrio simbiontico.
I lieviti producono vitamine, amminoacidi e fattori di crescita importanti per i batteri e questi ultimi producono metaboliti che sono fonte di energia per i batteri. I batteri lattici producono acido lattico, acido acetico e sostanze antimicrobiche che aumentano la conservabilità del prodotto, ma anche altri acidi organici e sostanze volatili come acetaldeide e diacetile responsabili del delicato profumo di latte acido. Come parte del processo di fermentazione, viene prodotto anche un esopolisaccaride prodotto solo dal kefir, il kefiran, che costituisce la maggior parte del prodotto finito, disciolto nella fase liquida, dove contribuisce alla reologia e alla consistenza dello stesso. I lieviti producono alcol e anidride carbonica che contribuiscono al del kefir.
La diversità microbica del kefir è notevolmente superiore a quella di altri latti fermentati come lo yogurt. La letteratura scientifica ha identificato più di 300 specie microbiche nei grani di kefir provenienti da diverse parti del mondo.
La composizione microbica del kefir è piuttosto stabile ma rispecchia sempre l’origine e la conservazione del grani, il tipo e la composizione del latte usato (intero, parzialmente o totalmente scremato), le modalità di produzione del kefir stesso -ossia il rapporto grani/latte (peso/volume), la temperatura di fermentazione e di conservazione del kefir.
I generi microbici più comuni nel kefir e nei suoi grani sono Lactococcus, Streptococcus, Lactococcus lactis subspecies lactis, Lactobacillus delbrueckii subspecies bulgaricus, L. helveticus, L. casei subspecies
pseudoplantarum, L. skefiri, L. kefir, L. brevis and Streptococcus thermophiles, che rappresentano circa il 37–90 % della popolazione microbica.
Il kefir è considerato a tutti gli effetti una bevanda contente probiotici ossia batteri vivi e vitali in grado di esercitare effetti benefici sulla salute attraverso la modulazione del microbiota intestinale. Questo effetto si esplica sia direttamente attraverso l’ingestione di probiotici che attraverso la produzione di sostanze ad azione antimicrobica, antimicotica e antivirale nonché immunostimolante.
La composizione chimica del kefir
Il kefir contiene 90% di umidità, zuccheri 6%, grassi 3-5%, proteine 3% e ceneri 0,7%. Durante la fermentazione le proteine diventano più digeribili grazie alla coagulazione acida e alla proteolisi, circa il 30% del lattosio è digerito dalle β galattosidasi batteriche in glucosio e galattosio, che vengono poi fermentati ad acido lattico dai batteri lattici. Motivo per cui il kefir può essere ben tollerato da alcuni individui intolleranti al lattosio.
La composizione in aminoacidi e grassi di cui in prevalenza saturi a corta catena dipende molto dal tipo di latte usato per produrre il kefir. In seguito alla fermentazione si arricchisce di aminoacidi essenziali immediatamente assorbili come lisina, isoleucina, fenilalanina, valina, treonina, metionina e triptofano.
Il kefir ha una ricca composizione vitaminica che dipende dal tipo di latte impiegato, microrganismi presenti nei grani e le modalità di preparazione: Vitamina B1, B2, B5, C, A, K e caroteni. In particolare la concentrazione di vitamina B12, acido folico, biotina e riboflavina aumenta durante la fermentazione per effetto del metabolismo batterico.
Il kefir è un’ottima fonte di magnesio, calcio biodisponibile (per effetto del pH acido e della presenza di vitamina K) e fosforo, e di buone quantità di minerali come zinco, rame, manganese, ferro.
8 benefici derivanti dal consumo il kefir preparato a partire dai grani
Come produrre il Kefir in casa?
Per preparare il kefir di latte, innanzitutto bisogna procurarsi i grani attraverso siti specializzati o sui social nei gruppi/pagine a tema.
Il rapporto ideale è di 1 g di grani per ogni 1oo ml di latte (pastorizzato intero, scremato o parzialmente scremato). Una volta miscelati con il latte (freddo o a temperatura ambiente), la fermentazione avviene a temperatura ambiente e preferibilmente al buio. Quando il kefir si è addensato, dopo almeno 24 ore, si recuperano i grani per filtrazione attraverso un colino a maglia fine. A questo punto i grani saranno nuovamente rinfrescati preferibilmente con lo stesso tipo di latte.
Materiale occorrente:
un colino a maglie fitte, un cucchiaio di plastica, una caraffa graduata di plastica dove raccogliere il kefir, un barattolo di vetro oppure una caraffa graduata di plastica come nelle foto, un panno di cotone leggero e un elastico per chiudere il barattolo o la caraffa
Immagini da esperienza personale: kefir addensato dopo 24 ore di fermentazione e operazioni di filtrazione
Conviene consumarlo immediatamente o conservarlo in frigo fino ad un massimo di 5 giorni. Più produrrete in maniera costante il kefir e più manterrete a lungo vitali i grani.
I grani di Kefir crescono e si moltiplicano ad ogni fermentazione, per cui è necessario aumentare la quantità degli ingredienti di preparazione in rapporto alla crescita dei grani, fino al raggiungimento della produzione giornaliera desiderata. Dopo le operazioni di filtraggio conviene pesarli per controllare il volume di latte da aggiungere.
Le eccedenze dei grani vengono generalmente donate. E’ possibile tuttavia conservare in un barattolo di vetro con tappo ermetico i grani in frigo per pochi giorni (3-4 giorni) in frigo ricoperti dal latte (almeno il doppio del volume) oppure i grani possono essere conservati più a lungo (6 mesi) se congelati ricoperti sempre dal latte usando un contenitore di plastica adatto agli alimenti o un barattolo di vetro. In quest’ultimo caso bisognerà fare attenzione alle pratiche di scongelamento e scartare le prime produzioni.
3 motivi per consumare il Kefir prodotto in casa?
Sono ideali almeno 200 ml di kefir due volte al giorno perché :
Immagine tratta da : J Nutr, Volume 150, Issue 12, December 2020, Pages 3061–3067, https://doi.org/10.1093/jn/nxaa323
Il kefir può essere bevuto tal quale, insaporito con miele o accompagnato con la frutta disidratata secca ed oleosa, cacao o cioccolato , cereali.
Può servire in cucina per sostituire il latte per creme, salse, preparati per pancake o torte… ma ovviamente in cottura perde i suoi benefici microrganismi.
Per qualsiasi dubbio o richiesta di informazioni in merito all’argomento di questo articolo, oppure per un piano alimentare personalizzato e specifico per ogni esigenza e caso, vi invito a contattarmi attraverso i miei recapiti che trovate su questo sito oppure inviando un semplice messaggio attraverso il modulo di contatto.
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